Intro: Non possiamo più permetterci il lusso di produrre contenuti di bassa qualità, con il solo obiettivo di posizionarsi. Dobbiamo cambiare, e farlo ora!
Il 2020 ci ha insegnato molte cose – come fare la pizza in casa, ad esempio – ma una su tutte mi ha davvero condizionato: i pessimi contenuti online creano danni incommensurabili.
E non mi riferisco solo ai complottisti, negazionisti, no vax, terrapiattisti, e altri esseri umani capaci di fare arrossire una capra; parlo di persone normali, che online trovano solo paccottiglia.
Quando non sappiamo qualcosa, compiamo un gesto ormai così naturale che non ci facciamo nemmeno più caso: effettuiamo una ricerca su Google.
Si può trattare di qualunque cosa, dalla più stupida e banale – come, appunto, fare la pizza in casa – a temi molto più complessi e sensibili.
La distanza tra la nostra ignoranza e l’acquisizione delle informazioni di cui abbiamo bisogno è occupata dai contenuti che gente come me produce ogni giorno, da anni.
Di cosa parlo in questo post
Non è più tempo per scrivere contenuti di merda
Sia chiaro, non mi riferisco al mondo dell’informazione tradizionale, quindi giornali e siti di news, ma ai contenuti informativi prodotti per blog e magazine fuori dalla bolla dei media tradizionali.
Mi riferisco, insomma, a quegli articoli che scriviamo per posizionare bene il nostro sito, o quello dei nostri clienti.
Da anni professo l’importanza dei contenuti utili, creati per l’utente finale, ma il livello di incertezza attuale e il conseguente bisogno di informazioni è troppo delicato per limitarsi a scrivere articoli di merda.
Il mondo è cambiato, dobbiamo farlo anche noi
Per capire a cosa mi riferisco è sufficiente dare uno sguardo alle ricerche più effettuate nel 2019, un tempo che sembra così lontano eppure così vicino, e quelle del 2020.
- Da un lato, abbiamo come parola più cercata dell’anno “Nadia Toffa” (con il dovuto rispetto, ci mancherebbe), dall’altro abbiamo “Coronavirus”.
- Nel 2019 ci chiedevamo come fare “domanda navigator”, nel 2020 come fare “mascherine antivirus” (dopo il pane fatto in casa, sia chiaro).
- Nel 2019 ci chiedevamo cosa significa “Machu Pichu”, nel 2020 “Pandemia”.
Certo, nel 2020 ci siamo anche ossessivamente chiesti “perché le scope stanno in piedi”, ma anche “perché si muore di Coronavirus”.
Quindi? Perché ti sto facendo questo pippone?
Semplice: il mondo è cambiato, le esigenze informative delle persone sono cambiate, e dobbiamo cambiare anche noi, che per mestiere produciamo contenuti.
Perché online c’è troppa monnezza, e l’abbiamo prodotta noi.
Adesso basta, è arrivato il momento di alzare l’asticella, e iniziare a produrre contenuti dei quali essere fieri, che rispondono davvero alle domande delle persone, fornendo informazioni serie, precise, affidabili.
Qualcuno dovrà pur contrastare la valanga di merda che l’informazione mainstream ci propina ogni giorno!