Intro: Non devi seguire il tuo gusto personale, ma impostare una strategia di digital marketing strutturata su dati e informazioni. Vediamo insieme perché e come procedere.
È notte fonda. Ti svegli di soprassalto, per colpa di un incubo o per una semplice esigenza fisiologica. Ti sfili la coperta e, tremando dal freddo, cerchi con i piedi le pantofole.
Ti alzi, inizi a camminare e ti sfracelli contro lo stipite della porta.
Tra una bestemmia e un kitemmuort, ti ricordi di essere in una camera d’albergo e non a casa tua, e che sarebbe stato meglio accendere la luce.
Di cosa parlo in questo post
Perché questa introduzione?
Per dirti che nel marketing, così come nella vita, andare alla cieca non è mai consigliabile.
È sempre meglio affidarsi ai dati, perché ti aiutano a non farti mai perdere i punti di riferimento.
L’importanza dei dati per il business
Per far crescere un’attività, un brand, un progetto digitale, non si può prescindere dall’analisi dei dati, a meno che non si decida di puntare tutto su un altro asset, meno affidabile ma spesso altrettanto efficace: il culo.
Sì, perché puoi anche armarti delle migliori intenzioni e andare alla conquista del tuo segmento di mercato senza preoccuparti di niente e di nessuno, il problema però si presenterà nel momento in cui ti fermerai un attimo a riflettere e, guardando l’unico dato che davvero conta per te, ovvero i soldi guadagnati, ti renderai conto che c’è qualcosa che non va.
L’approccio italiano al web
L’imprenditore italiota medio ha un approccio con il web a dir poco ridicolo, convinto che sia sufficiente mettere il sito con delle belle foto online per ricevere vagonate di clienti, tanto il web lo usano tutti e il target di riferimento per il suo business è “donne, uomini, anziani e bambini (e cani e gatti)”.
Il caro e vecchio “spariamo nel mucchio”, che uno buono prima o poi lo becchiamo.
Manca l’educazione digitale in questo Paese, e soprattutto manca l’educazione alla lettura, analisi e interpretazione dei dati, ecco perché da un po’ di tempo parlo spesso di digital evolution per le PMI.
Il problema, però, non è che l’imprenditore non sia in grado di leggere i dati, ma che, consapevole di non saperlo fare, non si affida ad un professionista che sappia colmare questa lacuna, e provare a far crescere il fatturato dell’azienda o dell’attività professionale/commerciale.
Cosa succede in Italia quando si parla di digital marketing
L’imprenditore chiama l’agenzia per farsi fare il sito bello. L’agenzia lo stordisce con qualche parolone in inglese e pseudo tecnicismi, gli mostra dei dati che non si sa bene da dove abbia estrapolato e in che contesto, prepara preventivo e contrattino, ed il cliente è acquisito.
A lavoro finito, viene messo online il sito bello che, dopo qualche mese, registra zero visite.
L’imprenditore, che ha pagato per il sito bello, si convince che il web non serve a un cazzo e affida la comunicazione alla segretaria addetta al front office.
Perché succede questo? Per due ragioni strutturali:
- L’imprenditore non ha competenze di digital marketing, e si affida a chi offre quei servizi dietro lauto compenso;
- L’agenzia non ha competenze di digital marketing, ma conosce due o tre termini tecnici in più rispetto all’imprenditore e riesce a offrire i propri servizi dietro lauto compenso.
In entrambi i casi, siamo fottuti.
Esserci non basta
Ora, visto che questo post non vuole essere deprimente, ma aiutare startupper, imprenditori e liberi professionisti a far crescere la propria attività, vediamo cosa si può fare per migliorare.
Chiariamo subito un punto: sul web non va messo nemmeno un numero di Fax se non c’è una ragione per farlo.
Perché è vero che internet è una finestra sul mondo, ma non tutti si affacciano dallo stesso lato.
Esserci e basta, non serve a un cazzo. Se vuoi costruire una tua presenza online, allora devi partire dalle basi.
Lo slideshow con le foto in homepage viene dopo. Molto dopo.
Se vuoi costruire una tua presenza online, allora devi partire dalle basi.
Parti da te e dal tuo progetto
Prendi un bel foglio di carta e pianifica quello che vuoi fare, partendo da due elementi:
- Dove sei;
- Dove vuoi arrivare.
Anche un’azienda o un’attività neonata ha (o dovrebbe avere) qualche dato dal quale partire, ad esempio un business plan, un’idea di target di riferimento, un piano di investimenti, una strategia commerciale, e così via.
Bene, parti da quello.
A chi si rivolge la tua azienda? A donne che hanno dai 30 ai 55 anni?
Perfetto, metti questo dato nella tua casellina di excel e continua ad analizzare la situazione.
I tuoi prodotti o servizi sono rivolti ad un’utenza alto spendente?
Ottimo, metti anche questo nella casellina.
Si tratta di una attività locale? Qual è il raggio d’azione che puoi coprire?
Metti anche questo nel file.
Quando avrai finito con questa analisi preliminare, potrai iniziare a progettare la tua strategia digitale, il tuo piano editoriale, perché senza dati dai quali partire puoi solo procedere a sensazione, o – peggio ancora – a gusto personale.
Ma tu non sei i tuoi clienti, quello che piace a te non conta. Conta solo ciò che è utile ed efficace.
Hai presente l’episodio dei Simpson in cui Homer scopre di avere un fratello miliardario, che lo coinvolge nella progettazione di una automobile per l’uomo comune?
Ti ricordi come va a finire?
Ecco, evita le Homerate! Meglio basarsi sui dati che sui gusti personali.
I dati sono essenziali, prima, durante e dopo
Per far crescere un’impresa in tempi rapidi sfruttando il web è necessario mettere in campo molte attività, dalla SEO al content marketing, passando per il social media marketing, ma alla base di tutto ci sono i dati, le informazioni.
E non solo in fase di sviluppo iniziale, ma durante tutto il ciclo di vita dell’attività.
Chiaro?
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