Di cosa parlo in questo post
- Nuova intervista ad un professionista del web marketing. Oggi parlo con Roberto Gerosa, social media manager e padre di #PausaBlab.
- Iniziamo dalle domande difficili: chi sei e cosa fai nella vita?
- Perché un’azienda dovrebbe investire risorse nei social media?
- Consiglieresti mai ad un cliente di ignorare Facebook?
- Quali sono gli obiettivi reali di una presenza di un brand sui social?
- Qual è stata la cosa più difficile che ti è capitata di dover gestire per un cliente?
- Com’è nata l’idea di #PausaBlab?
- Progetti futuri?
Una delle cose che mi ripeteva in continuazione mia nonna da bambino e da ragazzo è la seguente: “fattell’ cu chi è meglio ‘e te”. Tradotto in italiano, vuol dire “frequenta solo persone migliori di te”, ovvero quelle di buona famiglia, perbene, dalle quali poter imparare qualcosa.
Questo insegnamento – a differenza di molti altri – ho cercato di seguirlo sempre nella mia vita, sia nei rapporti umani che in quelli professionali, e devo dire che mi è servito molto, nonostante io sia di fatto uno snob stronzo.
Molti credono che i rapporti costruiti online siano finti, superficiali, spesso anche interessati, ma non sempre è così, tutto dipende dalla tua capacità di separare i coglioni da quelli migliori di te. Io ci provo ogni giorno, e così facendo ho conosciuto persone che mi piacciono davvero, anche perché tra i miei tanti difetti c’è anche la totale incapacità di fingere interesse nei confronti di chi mi sta sul cazzo.
Una di queste belle persone che ho incontrato online è Roberto Gerosa, che ha dato vita al #PausaBlab – dal quale sta per nascere qualcosa di ancora più interessante (top secret per ora).
Mi sono fatto quattro chiacchiere con Roberto. Ecco di cosa abbiamo parlato.
Iniziamo dalle domande difficili: chi sei e cosa fai nella vita?
Sono un blogger onorato dall’intervista da parte del SocialMediaCoso, alias Francesco Ambrosino. Ho passato mesi a farmi divorare dall’invidia. Persino una rivista americana, Time, voleva intervistarmi pur di consolarmi. Ho rifiutato perché aspettavo questo momento.
Tornando seri. Nella vita per guadagnarmi da vivere, svolgo quelle attività da “socialmediacoso” appunto. Ovvero, scrivo, scrivo, scrivo. Pubblico, pubblico, pubblico. E spero, spero, spero. Spero ogni giorno di fare un buon lavoro, per me e per i miei clienti.
Ho imparato con il tempo che non si deve dire quello che sto per dire. Ma per te caro Francesco, faccio uno strappo alla regola: mi diverto un mondo con il mio lavoro. Perchè non si deve dire? Perché qualche ex cliente confondeva il divertimento con il gratis. Ecco spiegato l’ex.
Dovrei darti la risposta da bravo socialmediacoso. Ovvero, numeri, grafici, case history. Ma la risposta che più mi piace quando mi rivolgono questa domanda è la seguente: un’azienda può non investire sui social media, basta che poi non si lamenti se non vende, se la sua reputazione sui social media fa pena, se la concorrenza sta già investendo sui Social Media con successo, ecc.
Consiglieresti mai ad un cliente di ignorare Facebook?
Rispondo a questa domanda raccontandoti una cosa del mio lavoro: gestisco la pagina Facebook di un’attività nel campo ferramenta e articoli tecnici per la trasmissione e l’automazione. Impressionato, vero?
[Tweet “Nessuna azienda può permettersi il lusso di stare “fuori” da #Facebook.”]
Nei primi anni 2000 dicevamo la stessa cosa dei siti web. Ora lo stesso discorso vale per la pagina Facebook.
Sei campano, giusto? Quindi non sei scaramantico e non tocchi ferro se dico che anche le Pompe Funebri devono stare su Facebook? Guarda cosa hanno realizzato i socialmediacosi di questo cliente?
È il nostro incubo ma anche la nostra serie TV preferita 😉 #twd #thewalkingdead
Pubblicato da Taffo G & C Onoranze Funebri su Lunedì 15 febbraio 2016
Credo di avere risposto alla domanda. Ora puoi anche togliere le mani da lì, passiamo alla successiva.
Parlando in generale, l’obiettivo primario di un brand è quello di mostrare anche sui Social Media i reali valori in cui crede. Certo, se stiamo parlando di un’azienda che taglia posti di lavoro a raffica, che sfrutta, che decentra sedi e che vende prodotti scadenti… puoi assumere anche i migliori socialmediacosi, ovvero Francesco Ambrosino e Roberto Gerosa, che i miracoli non li puoi fare. E non li devi fare.
Se l’azienda è sana, deve mostrarlo sui Social, raccontandosi senza atteggiamenti auto referenziali, con tanto umorismo e un pizzico di umiltà. Proponendo prodotti e servizi sui Social Media senza l’ossessione della vendita a tutti i costi.
Qual è stata la cosa più difficile che ti è capitata di dover gestire per un cliente?
La cosa più difficile che mi è capitata e che continua a capitarmi, è quando il cliente non si rende conto che non può delegare la comunicazione sui social a un’agenzia o a un social media manager senza assumere un ruolo attivo. Non invasivo, ma attivo.
Mi spiego meglio. I risultati si ottengono quando il cliente e tutto il team di un’azienda partecipano nel processo comunicativo, sia online che offline. Quando parlo di partecipazione intendo per esempio: segnalare storie, fornendo contenuti (i quali vanno poi sistemati ed elaborati), mostrando punti di vista del brand e del prodotto che il social media manager non può considerare.
Com’è nata l’idea di #PausaBlab?
E’ nata una sera di fine agosto. Mentre tutti erano al mare o in vacanza, io ero in casa a leggere un post di un blog americano (sempre più Social Media Addicted). Parlava di Blab, questa nuova piattaforma di streaming.
Iniziai a testarlo e mi ritrovai in un blab con 3 donne americane, argomento il #nailart ovvero l’arte di decorare le unghie. Capii due cose. Che il mio inglese doveva migliorare (ecco perchè, tra le altre cose, guardo film solo in lingua originale). E che volevo fare un blab che parlasse di qualcosa in grado di appassionarmi: i Social Media.
Tra i tanti bravi blogger e socialmediacosi, ho pensato a te, a Ludovica De Luca e a Valentina Sala. In seguito si è aggiunto Matteo Pogliani.
Progetti futuri?
Un progetto è il…. a … con…no vabbè, mi hai detto, giustamente, che è ancora presto per parlarne. Quindi, zero progetti. A parte un altro Blab insieme a te e agli altri Blabbers, con qualche “piccola” sorpresa.
