Quattro Chiacchiere sulle startup con Leonardo Coppola di Voverc

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Dopo tanto (troppo!) tempo, ritornano le interviste ai professionisti del web marketing. Oggi si parla di startup.

Prima di aprire la P.Iva, e molto prima di diventare un socialmediacoso, ero molto affascinato dal mondo delle startup, perché ero convinto che fossero delle realtà imprenditoriali basate su progetti che avrebbero avuto ancora senso negli anni a venire, perché mosse dal desiderio di innovare e trasformare il futuro in presente, e viceversa.

Con il passare del tempo, però, ammetto che l’entusiasmo iniziale si è affievolito, facendo spazio ad un’enorme scetticismo e un pizzico di snobismo. L’impressione che su tutte queste attività aleggiasse l’aura della fuffa allo stato liquido, solido e gassoso si è fatta sempre più tangibile, e la delusione è stata cocente, perché ci credevo davvero.

Oggi, quando sento parlare di startup tendo, in modo aprioristico e quasi infantile, a storcere il naso, pronto a scovare il punto debole, l’anello mancante, la puttanata imbottita di anglicismi, che alle mie orecchie risuona come la supercazzola prematurata con lieve scappellamento a destra, come se fosse antani.

Però, come in ogni cosa, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, e neanche a dirlo questo “miracolo” avviene quando dietro le startup ci sono persone che stimo, prima come persone e poi come professionisti. Devo ringraziare il mio grande amico Federico Simonetti – a proposito, ma l’hai letto il suo fantastico Guest post? – per avermi fatto conoscere Voverc e le persone che ne fanno parte, perché ho scoperto finalmente una realtà che rispecchia la mia idea, magari naïf, di startup.

Ecco perché ho chiesto a Leonardo Coppola di farsi quattro chiacchiere con me per chiarirmi alcuni dubbi sull’essere uno startupper.

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Leonardo Coppola Voverc

Iniziamo dalle cose difficili: chi sei e cosa fai nella vita?

Ho un background in Marketing, faccio l’imprenditore full time e con 3 soci ho lanciato Voverc, il servizio online che ti dà un numero fisso e un centralino in 59 secondi senza bisogno di acquistare hardware o installare cose.

Faccio una premessa: non amo le startup. Fammi cambiare idea!

Se avessi la possibilità di sviluppare da zero un’azienda con l’obiettivo di risolvere un tuo problema personale (che ti tiene sveglio la notte e che hai scoperto condividere con altre persone) prima a te stesso, poi a 10 persone e poi sempre a più persone senza limiti, investendo tutto il tuo tempo, i tuoi soldi (e a volte quelli di altri), lo faresti?

Molti credono che il termine startup indichi semplicemente la fase di avviamento di una azienda, ma io non credo sia solo questo. Per me, come dice Ben Casnocha, una startup si può definire tale solo se è una beta permanente. Sei d’accordo?

Provo a risponderti in maniera accademica: start-up (scritto così) è, come dici tu, la fase di avviamento di qualsiasi attività, PMI tradizionale (ristorante, agenzia immobiliare ecc…).
Una startup come appunto Voverc è:

An organization formed to search for a repeatable and scalable business model.

Come emerge da questa definizione di Steve Blank, la scalabilità è un elemento cardine di questa tipologia di impresa.

[Tweet “La scalabilità è un elemento cardine delle #startup – @leo_coppola”]

L’avvio di un’attività imprenditoriale non scalabile, come l’apertura di un ristorante, non coincide dunque con la creazione di una startup ma di una PMI tradizionale.
Aggiungo pure che un altro valore fondamentale di una startup è la velocità con cui cresce il fatturato o la base utenti o altro in base al business model della startup stessa.

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[Tweet ” Fondamentale per una #startup è la velocità con cui cresce il fatturato – @leo_coppola”]

Se analizziamo in modo molto veloce e (scusami) approssimativo, possiamo notare come le più grandi startup del mondo abbiamo attirato finanziamenti e investimenti ingenti quando ancora non riuscivano a monetizzare: Facebook, Twitter, YouTube, e così via. La mia domanda, quindi, è la seguente: ma allora non conta solo il fatturato?

No, come ho detto prima, dipende dal tuo business model. Ti do anche un link ad un simpatico post che va un po’ controcorrente rispetto al buzz che c’è intorno al mondo della Silicon Valley e soprattutto attorno a quelle startup con valutazioni di Billion ma che fatturano poco e continuano a bruciare cassa e non essere profittevoli (il tema della startup profitable e non profitable lo affrontiamo un’altra volta che ce ne sarebbe da dire 😉 )

Clicca qui, e buona lettura,

Conta di più avere l’idea del secolo o un modello di business con i controcazzi?

Credo le due cose vadano a braccetto. Se dovessi scegliere però, preferirei un team con i controcazzi.

Tu ti definisci un imprenditore o uno startupper? C’è differenza?

In Italia con il termine startupper si cerca sempre di denigrare (colpa di chi fa startup per hobby e non perché ci crede davvero). Sono un imprenditore a tutti gli effetti, pago stipendi, assumo rischi ogni giorno, ho paura di cadere ma non di fallire grazie alla passione che mi tiene sveglio.

Cosa pensi degli incubatori di startup e dei premi che vengono dispensati a destra e manca a startup sconosciute?

Dipende dall’incubatore e/o acceleratore di turno. Ci sono sempre pro e contro, posso dirti che stare a Luiss Enlabs mi è servito tanto, soprattutto per accedere in fretta a capitali per sviluppare il business.

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Progetti Futuri?

Dedicare più ore alla mia famiglia, alla mia fidanzata, agli amici e a me stesso.


Beh, abbiamo gli stessi progetti per il futuro io ed il caro Leonardo, che ringrazio molto per la disponibilità e al quale faccio un grosso in culo alla balena per il futuro di Voverc.

Vocerc

Ti è piaciuta l’intervista? Cosa ne pensi delle startup? Scrivilo nei commenti e ricordati che chi non condivide gode solo a metà.

Francesco Ambrosino

Classe 1984, Digital Marketer specializzato in Gestione Blog Aziendali, Formazione Professionale, SEO Copywriting, Social Media Management e Web Writing. Membro di Open-Box e Comunicatica, co-creatore di Digitalklive

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