Infestano i social network di titoloni sensazionalistici e bufale, distruggendo ciò che di buono esiste sul web.
Ti chiedo scusa per il linguaggio scurrile utilizzato nel titolo, ma proprio non riesco più a trattenermi e sento il bisogno di dire la mia su questo fenomeno che ormai è incontrollabile.
Quello che stai per leggere è uno sfogo, e ci tengo a specificarlo perché non vorrei che passasse per un comizio da difensore della purezza del web, perché non è così.
La purezza del web non esiste, ma ci sono cose positive che vanno preservate, altrimenti possiamo pure chiudere tutto e ritornare alla comunicazione unidirezionale, tipica dei mass media.
[Tweet “La purezza del web non esiste, ma ci sono cose positive che vanno preservate”]
Perché odio i click baiter ed i gomblottisti? Semplice, per due ragioni:
- Perché prendono in giro le persone, e lo fanno con intenzione;
- Perché generano un circuito vizioso basato sulla superficialità e sulla mancanza di approfondimento.
Il settore nel quale questi due fenomeni sono più diffusi e fanno più danni è quello dell’informazione, che ha pensato bene di sfruttare tecniche da spammer pur di aumentare le visite ai siti web delle testate, senza preoccuparsi di fare quello che dovrebbe fare: dare le notizie.
La gente non legge, questo ormai è chiaro ed evidente, e non è necessario aspettare l’ennesima ricerca dell’Università del Massachusetts per rendercene conto. È sufficiente una analisi immediata e velocissima, legata al numero di condivisioni che un contenuto registra sui social ed il volume di traffico generato dallo stesso.
Strano ma vero, un post di un blog ottiene quasi sempre più condivisioni che visite, che è da un lato giustificato dal fatto che ogni lettore lo condivide su più social, ma dall’altro è segno del fatto che molti semplicemente non lo leggono affatto. Lo condividono perché colpiti dal titolo, ed è per questo che spesso i commenti lasciati su Facebook non corrispondono al senso del contenuto.
[Tweet “Strano ma vero, un post di un blog ottiene quasi sempre più condivisioni che visite”]
Di recente il blog Roba da Grafici ha pubblicato un articolo fantastico, intitolato “Nuovi Studi Dimostrano Che Il 70% Degli Utenti Facebook Legge Solo Il Titolo Prima Di Commentare”, contenente un testo Lorem Ipsum. Geniali!!!
Una delle bufale del cazzo più diffuse sui social è quella relativa alla trasformazione di Facebook in una piattaforma a pagamento, che circola in rete generando discussioni sterili, stupide, cretine, figlie di due cose:
- L’utente medio crede a tutto quello che gli viene detto;
- Si può trasformare un contenuto di merda in qualcosa di virale puntando sull’ignoranza della gente.
È evidente che Facebook non diventerà mai a pagamento, ma analizzare il perché è troppo disturbo per l’utente medio, è più facile credere a queste cazzate e fare un po’ di polemiche sui social.
Qualche mese fa scrissi per un cliente un post intitolato “Perché Facebook non diventerà mai a pagamento”, che mi portò a fare un po’ di ricerche su numeri, dati e statistiche.
Quando ho bisogno di grafici, statistiche e infografiche fatte bene vado su Statista.com, ed è quello che feci a suo tempo. Trovai questo interessantissimo grafico sul valore economico dell’utente medio di Facebook, quindi di un profilo privato semplice che non investe negli Ads.
Questo dato è vecchio del 2014, ma è comunque indicativo di una cosa molto semplice: Facebook guadagna dai $ 3 ai $ 6 dollari per ogni iscritto, che motivo avrebbe di rendere la piattaforma a pagamento riducendo, di fatto, gli utenti?
[Tweet “#Facebook non sarà mai a pagamento, perché guadagna già dai 3 ai 6 dollari per ogni iscritto.”]
Mi rendo conto che statistiche e grafici non fanno fare un botto di visite, però tutte queste chiacchiere basate sul nulla non le sopporto più.
Io sono un operatore del web, e mi occupo nello specifico sia di editoria che di web marketing, e sono convinto del fatto che l’utilizzo improprio, scorretto e, spesso, truffaldino, che molti fanno del web 2.0 rappresenti un danno economico e professionale serio per tutta la categoria, che dovrebbe rimboccarsi le maniche e combattere contro i click baiter ed i “gomblottisti” a colpi di contenuti di qualità.
Voglio farti una richiesta, che sei libero ovviamente di esaudire o ignorare. Ogni volta che ti capita di trovare una bufala, una notizia falsa, un titolone sensazionalistico, segnalalo e blocca la pagina o il profilo, attraverso la procedura standard prevista su quasi tutti i social. Magari non servirà a nulla, ma è un atto di ribellione social che vale la pena comunque compiere.
Scusami per lo sfogo. Alla prossima!
