#SeoCamp15: scrivi per il lettore e non per i motori di ricerca

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Ieri si è svolto Seo Camp, evento d’informazione gratuito sul mondo della SEO a 360°. Io ero presente come relatore. Ecco di cosa ho parlato.

Quando Ivano Di Biasi mi ha chiesto di intervenire in qualità di relatore in occasione di Seo Camp, istintivamente gli ho risposto: «Ma io non sono un SEO, di cosa vengo a parlare?».

La sua risposta mi ha tranquillizzato, perché mi ha confermato che non avrei dovuto parlare di ottimizzazione sui motori di ricerca ma di contenuti e scrittura seo oriented, quindi qualcosa che fa parte del mio lavoro e della mia esperienza.

Io non sono un SEO

Come detto, io non sono un SEO, tutto quello che concerne analisi, metriche, grafici, codici e algoritmi è un mondo alieno, nei confronti del quale mi sono sempre rivolto con rispetto e, sono sincero, un po’ di timore.

Però, con il tempo, ho imparato almeno a capire di cosa parlano i SEO quando parlano di SEO, che per me è già un risultato straordinario, un po’ come – restando nel campo della fantascienza e degli alieni – essere in grado di suonare la musichetta di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, evitando così di essere annientato.

incontri ravvicinati del terzo tipo

Il dilemma

Quando ho iniziato ad occuparmi di SEO Copywriting mi sono scontrato subito con una difficoltà, che all’epoca mi mandò in crisi. La domanda che mi ponevo era la seguente:

Come faccio a coniugare le tecniche di scrittura SEO, basate sull’inserimento delle giuste parole chiave poste in determinati punti del contenuto, con il mio approccio alla scrittura?

All’inizio, sono sincero, non sono riuscito a trovare la quadratura del cerchio, e mi sono preoccupato maggiormente dell’aspetto tecnico e meno, molto meno, dello stile, del linguaggio, del tono di voce, insomma di tutti quegli elementi che caratterizzano il lavoro di un web writer.

Piano piano, però, ho iniziato a capire una cosa, che mi è stata poi confermata da amici SEO: un buon testo si ottimizza meglio di uno scritto #acazzodicane, figlio solo della keyword density e della “scienza dell’ottimizzazione”.

[Tweet “Un buon testo si ottimizza meglio di uno scritto #acazzodicane. #SeoCamp15”]

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#acazzodicane

Questo mi ha permesso di rilassarmi moltissimo, perché potevo finalmente scrivere dei testi che avrei fatto leggere a mia moglie senza vergognarmene.

Ormai sono due anni che scrivo testi SEO Oriented, e i miei clienti sono sempre rimasti soddisfatti, e questo non è importante solo da un punto di vista professionale, ma anche personale, perché mi ha fatto capire che in quella cosa potevo dare un contributo prezioso, divertendomi anche.

Si, perché nel momento in cui ho capito che potevo spingere un po’ di più sulla qualità della scrittura, produrre testi su argomenti a volte anche molto strani ha iniziato a divertirmi molto, senza contare la crescita come web writer e blogger che ne è derivata.

Riuscire a scrivere dei buoni testi su topic dei quali non capivo una mazza mi ha fatto migliorare molto nella scrittura dei post per il mio blog, e questo è un dato di fatto, o almeno per me è così.

Il percorso ideale

Non credo che esista la bacchetta magica, o la strada maestra da seguire per poter fare bene il SEO Copywriter, ma se dovessi azzardarmi a dare un consiglio a qualcuno interessato ad intraprendere questo mestiere, gli direi di azzerare tutte quelle chiacchiere inutili sui famosi contenuti di valore, e di preoccuparsi invece di più del concetto di utilità.

Io faccio sempre una distinzione tra contenuto di valore, che non vuol dire niente, e contenuto utile, e tendo ad attribuire maggiore importanza a quest’ultimo.

[Tweet “Un contenuto utile è sempre un contenuto di valore, non sempre vale il contrario. “]

Prendendo come esempio il percorso ideale di un’attività di SEO Copywriting, potremmo dire che l’utente:

  • Ha una esigenza specifica;
  • effettua una ricerca su Google;
  • sceglie uno dei contenuti corrispondenti alla sua ricerca (8 su 10 tra quelli presenti in prima pagina);
  • legge il contenuto;
  • trova l’informazione di cui aveva bisogno.

[Tweet “L’utente non sta cercando un contenuto qualsiasi, ma quello che gli risolve un problema.”]

Ergo, il contenuto che va scritto deve essere utile, deve contenere quelle informazioni che consentono all’utente tipo di completare il suo “viaggio” con soddisfazione.

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Ecco, per me l’unica cosa che conta davvero è la soddisfazione del lettore, quindi in fase di scrittura, ma anche nella precedente di ideazione e strutturazione, è necessario fare uno sforzo per coniugare le esigenze di posizionamento con quelle di chi quel contenuto posizionatosi in alto nelle SERP lo sta cercando.

[Tweet “Il #SeoCopywriter è come Mr. Wolf di Pulp Fiction, risolve problemi. #SeoCamp15”]

slide 8

Come si fa? Beh, non è affatto facile, altrimenti staremmo tutti in prima posizione su Google, ma non è nemmeno impossibile.

La tecnica del venditore di auto usate

Quando scrivo un testo seo oriented per un cliente applico la tecnica del venditore di auto usate. Come si comporta un venditore di auto usate, che è universalmente riconosciuto come il miglior commerciale al mondo?

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Accoglie il potenziale cliente con una stretta di mano vigorosa, mostra il suo sorriso migliore a 72 denti, instaura un contatto basato sull’emozione, lavorando sulla pancia del suo interlocutore.

I dettagli non vendono, vendono le emozioni.

Dopo aver catturato l’attenzione e creato un minimo di empatia, il venditore scende nel dettaglio, fornendo tutte le informazioni di cui il cliente necessita per compiere la sua scelta. Infine, saluta il cliente con gentilezza e cortesia, lasciandogli il tempo di digerire le informazioni ricevute e valutare, con calma, il da farsi.

Nella scrittura, questo processo si declina in quattro passaggi:

  • Scrivo un titolo contenete la parola chiave principale, meglio se declinata in forma conversazionale, che è quella più utilizzata sui motori di ricerca dagli utenti. Non è un caso, infatti, che funzionino molto bene gli “How To” e i “Tot modi per”;
  • Scrivo un’introduzione sull’argomento oggetto del testo, molto generica, che guidi gradualmente il lettore verso informazioni più precise e tecniche. In questa fase è molto importante fondere uno stile informale all’inserimento delle keyword principali, senza esagerare. Io consiglio di dedicare circa 150/200 parole a questa parte, ma dipende molto dalla destinazione d’uso del testo. Un conto è il testo per un blog di settore, un altro è la pagina statica di un sito web, come Chi Siamo o Mission;
  • Sviluppo una parte centrale più corposa, di 350-400 parole (o comunque 2/3 del testo completo), nella quale vado più in profondità, per rispondere a quella famosa necessità del lettore. In questa fase, l’inserimento delle parole chiave in realtà risulta molto più immediata, un po’ meno la taratura dello stile e del linguaggio. È molto facile cadere nella macchietta quando si cerca di essere tecnici e precisi. L’armonia del testo è un risultato non immediato, ma con un po’ di esperienza si riesce ad ottenerlo rapidamente;
  • Inserisco una conclusione che sia realmente una conclusione, e non un finale aperto da cinema d’autore coreano. La lunghezza è commisurata a tutto il resto, ma su un testo da 600 parole possono bastare 75-100 parole;
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Google non dorme MAI

Quello che bisogna sempre ricordare è che ultimare un testo non significa che il lavoro di scrittura sia finito.

Soprattutto quando si tratta di un contenuto SEO Oriented, la fase di revisione è fondamentale, perché bisogna lavorare molto sul testo per fare in modo che tutto risulti armonioso, che rappresenti davvero un percorso ideale che il lettore segue per ottenere quello di cui aveva bisogno, ma non solo.

Se un tuo post si è posizionato in prima pagina su Google devi sforzarti, ogni tanto, di andare a dargli una rinfrescata, magari aggiungendo un po’ di testo, oppure scrivendo nuovi contenuti sullo stesso argomento e linkarlo internamene.

Per quanto mi riguarda, essere in prima pagina su Google con un testo pessimo, illeggibile, inutile per l’utente, è una stronzata.

[Tweet “Essere in prima pagina su Google con un testo pessimo è una stronzata. #SeoCamp15”]

Certo, qualcuno potrebbe obiettare che esistono moltissimi progetti editoriali creati sul posizionamento e sui volumi di traffico, e li rispetto, ma non credo che soddisfino l’utente, e questo per me non è accettabile.

L’utente medio sono io, e quando leggo un contenuto che non mi offre quello che mi ha promesso all’inizio m’incazzo.

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Personalmente, non voglio fare incazzare nessuno!

Slide dell’intervento

Francesco Ambrosino

Classe 1984, Digital Marketer specializzato in Gestione Blog Aziendali, Formazione Professionale, SEO Copywriting, Social Media Management e Web Writing. Membro di Open-Box e Comunicatica, co-creatore di Digitalklive

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