Una chiacchierata sul Social Media Marketing si è trasformata in un dialogo tra due messeri medievali, in italiano volgare.
Il mondo del Social Media Marketing è pieno di fuffa, di chiacchiere al vento, di luoghi comuni e massimi sistemi, che se solo si cercasse di applicare alle esigenze reali di un cliente si finirebbe col dilapidare denaro e risorse, perché per ottenere risultati bisogna studiare, sperimentare e analizzare.
Non esistono le formule magiche, hai voglia a parlare di contenuti di valore e pixel di monitoraggio se il tuo cliente ha una piccola attività, incapace di produrre contenuti originali e che non ha idea di cosa sia un codice html.
Come ti ho raccontato già lunedì scorso, durante la mia permanenza in Toscana ho avuto modo di chiacchiere di queste cose con un amico che stimo, Matteo Pogliani, abile socialcoso, allergico, come me, a quelli che vivono di klout e parole al vento.
Così, io e Matteo abbiamo deciso di scrivere un post a quattro mani proprio per affrontare questo argomento, ma essendo due pazzi (per davvero!), quello che ne è venuto fuori è un dialogo tra due messeri medievali, in volgare.
Lo so, è assurdo, ma ci siamo divertiti come pazzi a scriverlo, e mi auguro che possa avere lo stesso effetto anche su di te.
Eccolo.
Messer Francesco – E dunque, mio caro amico, mi dicevi che nel nostro settore c’è fin troppa fuffa. Cosa ti porta ad elaborar codesto pensiero?
Messer Matteo – Non è tutto oro quel che luccica, si pronunzia nelle vie de la città di Firenze. Sono tanti li messeri che decantano lo social e lo web, narrando e ripetendo ad ogni passar di luna regole et consigli che lo più di noi fatica a poter poi fruttare nella propria mansione. I temi di cui loro scrivono non smuovono mai la superficie delle acque, rifuggendo a nostra sorella analisi ed evitando in codesta maniera di mostrare ciò che davvero conta.
Temi discussi e ridiscussi ad illo tempore, come le “miniature” de li amanuensi più attenti a catturare l’attenzione de la gente che essere di reale aiuto.
Sì, codesti messeri prendono a chiamarsi “influenzatori”, che dicon di diffondere pensieri e idee contagiando li pori abitanti dell’internet. Come gli untori, hai presente? Cantano le lodi di li pixel e di lo Klout, ma non propongono mai la favella de li numeri e de li fatti dimostrati. E poi non tutti li crociati de lo social posseggono committenti o budget degni de le più grandi corti e signorie. Possono questi servirsi solo de li discorsi su li massimi sistemi e la teoria?
Messer Francesco – Che poi sarebbe da verificar la presenza di codesti fantomatici et danarosi mecenati, e delle grandi abbondanze che generosamente destinano alle attività di promozione del Casato. Li massimi sistemi e la teoria son necessari per orientarsi nella selva dello web, ma nessun artigiano diventa artista senza frequentar con umiltà una bottega, scoprendo con il tempo quel che son i trucchi dello mestiere. E codeste reti sociali di cui tanto si parla nel tempo presente non son diverse, per diventar abili si rende necessario lavorar a testa bassa, ponendo la giusta attenzione allo committente, anche se non in possesso di ricchezze da dilapidare. E dimmi, amico fidato, non è forse vero che su codeste reti sociali regnino incontrastati i contenuti di valore?
Messer Matteo – Li contenuti di valore, non c’è bestia più mitica ne lo universo conosciuto. Cotanti menestrelli ne descrivono livrea et forma diffondendone lo mito, da lo feudo di nossignore Marco Zucckembergo alla contea con lo stemma de lo uccellino blu, sino ai confini estremi de lo web. Ma come tutti li menestrelli cantano storie de lo vulgo e non li fatti veri. Sol prestando orecchio a tali favelle tanti dicono di possedere e aver reso mansueti tali contenuti di valore, dimenticando però la cosa più rilevante et fundamentale: lo pensiero de lo utente!
Lo contenuto dev’esser di valore non perché sancito da lo alchimista de lo social, ma sempre et solo per lo giudizio de lo fan.
Troppi messeri che si travestano da cavalieri senza saper usare cappa e spada. Come si pole difendersi da codesti villani?
Messer Francesco – Levando loro ronzini e scudieri, che esser cavalieri è cosa seria et meritevole di rispetto. I fantomatici cavalieri che liberano la favella per parlar de li contenuti di valore, dovrebbero essere zittiti con le gentil maniere, onde evitar di riempir lo web di ciarpame consunto.
E allora dimmi, nobile socialcoso, che forse tutta la letteratura dei grandi eruditi influenti è ricca di corbellerie e assiomi di dubbia utilità?
Messer Matteo – Come per le historiae del sommo Omero bisogna essere capaci di discernere, separando li fatti reali da le corbellerie per catturare lo like. Anche su lo web resta fundamento cercare concretezza e non strane formule magiche per tramutare lo piombo in oro prezioso. Mai scordare poi, gentile amico, le necessità e le caratteristiche de lo nostro serenissimo cliente e che ogni fundamento di sapere va adattato a codeste.
Ciò che può crear prodigio per tanti, non è detto sia giusto et performante per noi et il nostro cliente.
Ed è per codesto motivo, amico mio, che allora ti chiedo, in tutto questo peregrinare, dove risiede l’attenzione per lo serenissimo cliente e le sue volontà? Non passi mai dalla testa che è colui che poi elargisce i tanto indispensabili fiorini?
Messer Francesco – Codesto, mio illustre amico et carissimo confidente, è il problema principale. Se ti rechi in una bottega di un mastro falegname per una tua necessità, lo artigiano saggio deve lavorare per la tua soddisfazione. Lo serenissimo cliente non puote esser ignorato, il suo denaro deve essere guadagnato, con sudore et sacrificio.
Ti è piaciuto? Spero proprio di si.
Anche se in modo leggermente fuori dagli schemi, io e Matteo abbiamo spiegato la nostra visione del social media marketing, che non può basarsi solo sul sentito dire e sulle frasi fatte; ci vuole fatica, studio, tanto lavoro, tutto relazionato al cliente per il quale si svolge quell’attività. Se ci si dimentica del cliente, è tutto inutile.
Io e Matteo ti auguriamo un buon lunedì. Ci vediamo mercoledì, con una nuova puntata di Essential Tools.