Di cosa parlo in questo post
Se sei iscritto ad un gruppo su Facebook sai di cosa sto parlando. Non ho resistito, e ne ho parlato in questo post, partendo dalla triste storia di Pippo e Peppa.
Pippo: Sai che ora è?
Peppa: Si!
Lo so cosa stai pensando, che è lunedì e che il mio cervello non si è ancora attivato al 100%, ma ti posso assicurare che non è così, e adesso ti spiego perché.
Il dialogo che hai appena letto mi serve per poter affrontare un argomento che mi interessa particolarmente, ed al quale sento di dover dedicare un post.
Per farlo, ho bisogno di partire dalla triste storia di Pippo, giovane incompreso che, nonostante la chiarezza della sua richiesta, rimane senza risposta.
Linguaggio e pertinenza
Quando frequentavo l’Università ho sostenuto un esame di Semiotica, una materia di cui ignoravo l’esistenza ma che mi ha affascinato sin da subito, complice anche la professoressa che meritava le mie attenzioni…ma questa è un’altra storia, torniamo al povero Pippo.
Dicevo, durante una lezione la professoressa parlò della comprensione del linguaggio e della pertinenza, e per farci capire di cosa stesse parlando ci portò come esempio quello di Pippo e Peppa – i nomi sono una mia licenza poetica!
Non voglio annoiarti, quindi te la farò breve; se poni una domanda ad un interlocutore quest’ultimo per risponderti non deve solo capire le parole che hai pronunciato e il loro significato, ma anche il contesto e le intenzioni.
Quindi, se chiedi “Sai che ora è?” a qualcuno, lui potrebbe risponderti in maniera corretta ma non adeguata, limitandosi a dirti “Si”, ovvero “so che ora è”.
È evidente a tutti che il povero Pippo, facendo la domanda, non voleva accertarsi del fatto che Peppa sapesse che ora è, ma aveva bisogno di sentirselo dire, quindi aveva bisogno di un’informazione.
Ok, capisco che possa sembrarti un discorso un po’ senza senso, ma arrivo subito al punto, che poi è il motivo per il quale ho scritto questo post.
Gruppi su Facebook: il regno di Peppa
Perché nei gruppi su Facebook ad una domanda chiara e precisa non segue quasi mai una risposta adeguata?
Chi si iscrive ad un gruppo su Facebook, che sia dedicato ai Fisici Teorici o agli Appassionati di gomme da masticare attaccate sotto i banchi di scuola, lo fa essenzialmente per tre ragioni:
- Interagire con altre persone su un topic specifico;
- Fare personal branding, cercando di emergere come esperto del settore;
- Chiedere aiuto a persone più esperte.
A queste tre ragioni dobbiamo aggiungere una quarta, che è la motivazione che io odio di più in assoluto: rompere i coglioni.
Chiedo scusa per il francesismo, ma quando ci vuole, ci vuole!
Chi sono i rompicoglioni su Facebook?
Chi sono i rompicoglioni? Sono quelli che non hanno niente da fare dalla mattina alla sera e passano le giornate ad offendere e a prendere in giro i membri dei gruppi ai quali sono iscritti per il puro gusto di farlo, senza un apparente motivo.
Mentre nel caso di Pippo e Peppa quest’ultima era in buona fede ed aveva semplicemente interpretato male la domanda, per i rompicoglioni vale quello che io chiamo il “principio della cazzimma”.
La cazzimma è un termine napoletano abbastanza difficile da tradurre in italiano, perché è simile alla bastardaggine ma con un pizzico di cattiveria in più.
Se sei un utente newbie e ti iscrivi ad un gruppo su Facebook dedicato, ad esempio, alla SEO, e poni delle domande semplici, banali, all’apparenza stupide per un target già skillato, ti ritroverai a ricevere decine di commenti nei quali forse solo uno si avvicina a quello che avevi chiesto, il resto saranno solo giudizi frettolosi sulla tua inesperienza, oppure una variegata e discutibile sequenza di vanterie e buffonaggini veramente insopportabili.
Ecco, quelli che lasciano questi commenti sono dei rompicoglioni, e vanno completamente ignorati, perché se ti abbassi al loro livello l’unico che ci perde davvero sei tu.
Però devo ammetterlo, a volte mi diverto a postare delle cose solo per il gusto di vederli scatenare, come un T-Rex su una povera mucca.
Che ci posso fare, li trovo stupidi e divertenti, come certi comici che vedo in tv.