Il rapporto con i clienti per un professionista non è mai facile. Per un social media manager, poi, spesso è un incubo.
Alzi la mano chi si è trovato a discutere con un cliente sulla questione, delicatissima, dei contenuti. E non parlo di contenuti di qualità, quelli sono rari come i miliardari con i calli, ma di qualcosa, qualunque cosa da pubblicare sui canali social dell’azienda.
È un incubo svegliarsi la mattina e ricevere una email nella quale il nostro tramite con l’azienda ci scrive “oggi scrivi questo”, “posta questa foto”, “carica questo video”, senza nemmeno domandarsi se è adeguato o, che Dio non voglia, addirittura utile per la strategia editoriale che si è con fatica impostata.
Per carità, io non voglio demonizzare i clienti, ci mancherebbe altro. Sono il nostro pane quotidiano, quindi sappiate che vi voglio bene e ve ne vorrò sempre fin quando mi fate il bonifico vista fattura, però è un dato di fatto che spesso mettono i bastoni tra le ruote.
Io sono fortunato, perché sono riuscito a impostare rapporti di lavoro con reciproca soddisfazione costruiti su basi solide, ma non è sempre stato così.
Non manca mai il cliente che ti chiama e ti chiede di fare urgentemente una determinata cosa che avrebbe dovuto, in realtà, fare settimane prima, e ti incolpa di un ritardo che non dipende da te; ma lui è il padrone e tu, zitto, incassi ed esegui.
Il problema dei contenuti, però, va molto al di là del rapporto di lavoro che si instaura con il cliente, perché anche il più illuminato tende a dimenticare che il contenuto è il Re, non il Granduca o il Conte, e che senza testi di qualità, elementi multimediali accattivanti e messaggi stimolanti non si va da nessuna parte.
[Tweet “Hai voglia a postare le foto dei gattini, i like e le conversioni non arriveranno mai”]
C’è un elemento di fondo che spesso viene sottovalutato, ovvero il rispetto delle parti. Se tu azienda ti affidi a me per una consulenza, vuol dire che al tuo interno non hai una persona con le mie competenze che possa fare quella determinata cosa. Di conseguenza, se hai bisogno di me, dovresti stabilire in maniera chiara i termini della collaborazione, analizzare la mia proposta e, se ti convince, assegnarmi il compito e lasciarmi lavorare.
L’importante è non sconfinare mai l’uno nelle competenze dell’altro, altrimenti si produce solo caos e a farne le spese è l’azienda, il cliente e il consulente. Insomma, tutti gli attori in gioco.
Per usare una metafora calcistica, io sono un giocatore e tu sei l’allenatore. Tu mi dici come scendere in campo, e io sfrutto il mio talento per vincere la partita. Però tu resti in panchina, e da lì mi dai tutte le indicazioni che ritieni necessarie, e io provo a fare goal.
Dobbiamo solo decidere se il nostro modello è il Real Madrid o la Longobarda.
Che coppia preferisci: Carlo Ancelotti – Cristiano Ronaldo o Oronzo Canà – Speroni?
A te la scelta!