Intro: L’errore più grave che si possa commettere sui social network è quello di parlare solo di te, dei tuoi prodotti o servizi. Ecco perché.
Agli inizi degli anni ’90 i siti web iniziarono ad avere un ruolo importante per il business in generale, dando il via a un processo che ha rivoluzionato completamente il mercato del lavoro.
Nacquero le prime Web Agency che realizzavano siti web statici – bruttissimi visti oggi, ma all’epoca innovativi – in un primo momento solo per grosse aziende e gruppi multinazionali, poi per realtà più modeste e con meno pretese.
Come accade in ogni settore, l’offerta spesso genera la domanda, e non viceversa, creando solo confusione e servizi/prodotti mediocri o, in molti casi, scadenti.
Tutti dovevano avere un sito web, con la convinzione che la semplice presenza online potesse trasformarsi in vagonate di nuovi clienti e fiumi di denaro nei quali nuotare alla Paperon de’ Paperoni.
Con le dovute differenze, è un po’ come quando nel secondo dopoguerra i genitori portavano le figlie in giro per la piazza del paese la domenica mattina per metterle in mostra, nella speranza di trovare loro un marito, come se bastasse la visibilità per rendere il “prodotto” appetibile.
Di cosa parlo in questo post
La rincorsa al posizionamento online
Con il passare degli anni, il web si è arricchito di contenuti e siti, e si è capito che esserci non bastava, era necessario seguire una serie di tecniche orientate al miglioramento del posizionamento sui motori di ricerca e alla generazione di interazioni.
La stessa cosa si registra oggi con i social network, dai quali ci lasciamo attrarre per il numero di utenti attivi e la gratuità delle piattaforme.
Ragionamenti del tipo “mi iscrivo a Facebook perché ci stanno tutti e posso raggiungere molte persone” hanno prodotto dei “mostri social”, difficili da sconfiggere.
Come per i siti web, dove l’abbondanza e la concorrenza hanno spinto le agenzie specializzate a trovare il modo migliore per ottenere la visibilità tanto agognata, lo stesso vale anche per i social network.
Hai una vaga idea di quante aziende operanti nello stesso settore sono presenti su Facebook, magari nella stessa area geografica? Tantissime.
La regola n.1 del Social Media Management
Per emergere dalla massa è necessario imprimersi nella mente la regola n.1 del Social Media Management:
Smettila di parlare solo dei tuoi prodotti/servizi e inizia ad ascoltare i tuoi clienti.
Le aziende, così come i singoli professionisti, sono convinti di essere sempre più in gamba e competenti rispetto ai competitor, e noi utenti dobbiamo accettare questa loro sicurezza a prescindere, come direbbe il mitico Totò.
Parlare sempre e solo di se è un errore che nessuno può permettersi di compiere, fatta eccezione per i marchi e i personaggi molto noti che non hanno bisogno di convincerti più di niente, perché hanno già costruito autorevolezza e connessioni solide.
Gli utenti dei social network trascorrono il loro tempo libero sulle varie piattaforme per connettersi alle persone, di conseguenza anche nella gestione di un profilo aziendale non si può tralasciare l’aspetto umano, e ascoltarli.
Qualcuno lo chiama Social Listening, io preferisco parlare di “buon senso”.
Altrimenti il risultato sarà l’equivalente di un teatro vuoto per un attore: una sconfitta, un’umiliazione, uno spreco di tempo, energie e, perché no, talento.
Citando il film diretto dal grande Robert De Niro, “Bronx”:
“Ricordati: la cosa più triste, nella vita, è il talento sprecato”