Scrivere per il web: consigli e riflessioni

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Intro: Redigere testi per siti web, blog o giornali online rispecchia i canoni della scrittura tradizionale o risponde a regole diverse?

Prima di scrivere questo post mi sono fatto alcune domande e, un po’ “marzullianamente”, mi sono dato delle risposte.

La prima domanda è la seguente: come si scrive per il web?

Poi ho continuato, cercando di essere meno generico e puntando su qualcosa di più specifico.

Così è scaturita la mia seconda domanda: quali sono le differenze tra la scrittura per il web e quella tradizionale?

Infine, dopo numerose elucubrazioni mentali, ho concluso con: esistono davvero delle differenze tra la scrittura per il web e quella tradizionale?

Una volta completato questo primo passaggio da psicoanalisi, ho provato a darmi delle risposte, che vorrei condividere con te, non per esprimere un’opinione ma con la speranza di generare una sana e costruttiva discussione sul tema.

Ma andiamo per gradi.

Scrivere in Italiano

Quindi, come si scrive per il web?

La prima cosa che mi è venuta in mente è: in italiano. Può sembrare una banalità, ma prima di preoccuparsi del mezzo di diffusione utilizzato, dovremmo pensare a scrivere bene in italiano, ricordandoci che anche se sul web si tende a utilizzare un linguaggio spesso meno formale, questo non può e non deve significare boicottare la grammatica e la sintassi.

Leggo spesso, soprattutto sui social, errori grossolani, che inizialmente attribuivo alla fretta, alla tastiera degli smartphone, ai correttori automatici, alla distrazione.

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Oggi, invece, non riesco più a trovare scuse, e sono sempre più convinto che bisognerebbe tutti (TUTTI!) seguire un corso di italiano per stranieri, perché spesso e volentieri scriviamo come se non fosse la nostra lingua madre.

Credo che la mia prima spinta venga da una mia ipersensibilità o allergia: mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso (Italo Calvino, Lezioni Americane)

Testi brevi o lunghi?

Confrontandomi con alcuni colleghi, ho potuto verificare come una convinzione diffusa sulla scrittura per il web sia la necessità per un articolo di essere breve e di facile fruizione, oltre a dover rispondere a standard tecnici per quanto riguarda, ad esempio, il SEO Copywriting.

La brevità è giustificata quasi sempre dal fatto che la lettura sul web, spesso da mobile, sia caratterizzata da fretta e distrazione, quindi scrivere un testo troppo lungo significa, essenzialmente, che non verrà letto fino in fondo.

Bisogna catturare l’attenzione del lettore e consentirgli, in pochi minuti, di ricevere le informazioni che con il tuo testo intendi fornirgli.

Inizialmente la pensavo anche io così, ovvero che per scrivere un buon articolo sul web la sintesi e la semplicità fossero due principi fondamentali. Oggi non sono più così convinto, e ti spiego il perché.

L’idea che l’internauta sia perennemente distratto è un falso mito, semplicemente perché abbiamo imparato a fruire di moltissimi contenuti diversi in poco tempo, e riusciamo a farlo senza particolari difficoltà.

Forse era così un tempo, quando non avevamo ancora acquisito certi meccanismi che oggi scattano in maniera del tutto naturale. Se non si arriva fino in fondo alla lettura di un articolo non è a causa dell’eccessiva lunghezza, ma dell’incapacità di mantenere alta la soglia dell’attenzione.

La novella è un cavallo: un mezzo di trasporto, con una sua andata, trotto o galoppo, secondo il percorso che deve compiere, ma le velocià di cui si parla è una velocità mentale (Italo Calvino, Lezioni Americane)

Scrivere un testo per un giornale, un blog o un sito web vuol dire raccontare una storia.

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La lunghezza è secondaria; se la storia non è interessante, il lettore non la leggerà.

Quali sono le differenze tra la scrittura per il web e quella tradizionale?

Mi verrebbe da dire nessuna, perché il mezzo utilizzato assume un suo senso nel momento in cui lo riempiamo di contenuti da veicolare.

Scrivere un romanzo, un racconto breve, una poesia, un post per un blog, un articolo per un giornale, in tutte queste attività l’unica cosa che conta è il lettore, tutto il resto è solo vuota retorica.

Su un sito o blog di moda non posso pubblicare un articolo scientifico e sorprendermi se nessuno lo legge.

Bisogna dare al lettore/utente ciò per cui è venuto sul tuo sito, in caso contrario andrà via veloce come Beep Beep.

Certo, esistono delle tecniche che si adattano meglio a uno scopo rispetto ad altri, ma l’idea di fondo è sempre la stessa: raccontare una storia.

Italo Calvino l’ha espresso brillantemente in quel capolavoro di “Lezioni Americane”, e credo che abbia ragione.

Ecco, se c’è un consiglio che mi sento di dare a chi scrive, o vorrebbe farlo, per lavoro è di leggere “Lezioni Americane” di Italo Calvino e “Consigli a un giovane scrittore” di Vincenzo Cerami. Sono due capolavori!

Francesco Ambrosino

Classe 1984, Digital Marketer specializzato in Gestione Blog Aziendali, Formazione Professionale, SEO Copywriting, Social Media Management e Web Writing. Membro di Open-Box e Comunicatica, co-creatore di Digitalklive

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