Come si diventa Social Media Manager

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“Cosa devo fare per diventare Social media Manager?”. Questa è la domanda alla quale tutti i socialmediacosi devono rispondere continuamente. Ai miei allievi ho risposto così.

Come ho avuto modo di sottolineare più volte su questo blog, fare il Social Media Manager non è affatto facile, e non mi riferisco solo alle competenze che devi mettere in campo, ma anche all’idea che il mondo ha di te. Far capire a tua mamma che lavoro fai non è semplice, ma ancora meno cercare di spiegarle quale percorso hai dovuto intraprendere per arrivare a definirti un Social Media Manager.

La settimana scorsa sono stato impegnato con la prima edizione del Corso in Social Media Marketing organizzato in collaborazione con il mio blog, ed è stata un’esperienza devastante dal punto di vista fisico e mentale, ma molto gratificante umanamente e professionalmente.

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Nei pochi giorni a disposizione ho cercato di prendere per mano i ragazzi, molto giovani e a digiuno di tutto quello che riguarda questo settore, per portarli con me in un percorso diviso in 5 fasi (+ 1), che ti illustrerò in questo post.

Iniziamo.

Devi acquisire competenze specifiche

Un Social Media Manager non è uno stagista che pubblica contenuti a caso sui profili social aziendali, ma un professionista con competenze specifiche che cura la presenza di un’azienda sul web, in particolare sui social network.

È importante sottolineare questo concetto, perché aprire una pagina Facebook non fa di te un Social Media Manager, è un tantino più complicato di così.

Sono convinto che gli aspetti tecnici si possano apprendere in un lasso di tempo relativamente breve, ma conoscere a menadito ogni angolo segreto di Facebook & Co. non basteranno a rendere la tua strategia più efficace.

Per fare questo lavoro non puoi limitarti a studiare solo le piattaforme che andrai ad utilizzare quotidianamente, devi saperti muovere nella giungla del web e dei social media, che, come ho detto ai miei allievi nei primi minuti di lezione, non sono un sinonimo di social network, ma qualcosa di molto più complesso.

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Quindi, cerca di comprendere che fare social media marketing vuol dire costruire la presenza del tuo cliente sul web in modo da accrescerne la reputazione, e non solo pubblicare la foto carina su Instagram.

Devi strutturare una strategia editoriale

Prima di fare qualunque cosa sui social è essenziale compiere un’attenta analisi del cliente, per cercare di capire quali sono i suoi punti di forza, quali quelli deboli, in quale settore opera, chi sono i suoi competitor, quali sono i suoi obiettivi di breve, medio e lungo periodo, qual è il target di riferimento, come agisce nel “mondo reale”.

Perché ci sono due cose che non devi dimenticare mai:

  1. Sei tu che lavori per lui, e non viceversa;
  2. Di soli social non si campa, quindi tutto quello che fai va inserito in una più ampia strategia di marketing, che inizia e finisce con il cliente.

Dopo questa fase di studio e analisi (che ammetto essere molto noiosa), devi stabilire quali social network possono essere più o meno utili nell’economia della strategia editoriale che intendi mettere in atto, e decidere in che modo utilizzarli, perché Facebook non offre le stesse opportunità di Google +, così come Twitter non segue le stesse logiche di Instagram, e così via.

Ma la scelta non dipende solo dai pro e contro di natura tecnologica e strutturale, ma anche, e soprattutto, dalla presenza o meno del tuo target di riferimento.

[Tweet “Recitare davanti ad un platea vuota è un esercizio di stile assolutamente inutile.”]

Devi impostare un piano editoriale ed un calendario editoriale

Perfetto, hai stabilito che per il tuo cliente è più utile essere presente su Facebook piuttosto che su Twitter, ora devi decidere quali contenuti e messaggi veicolare. Si, perché pubblicare le foto dei gattini solo perché piacciono tanto non ha nessun senso, in quanto non in linea con quello che fa il tuo cliente.

A proposito, puoi scaricare il mio modello di calendario editoriale per blog (ma adattabile anche ai social) gratuitamente cliccando sul banner qui in basso.

calendario editoriale banner

Ogni contenuto pubblicato deve sempre rispecchiare la filosofia aziendale e il settore nel quale opera, perché se si tratta di un locale dove si suona jazz etiope non puoi pubblicare il video musicale di Gigi D’Alessio, per due ragioni: sarebbe off topic e di cattivo gusto (molto cattivo).

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Sai quale sarà la parte più difficile? Far capire al tuo cliente che sui social non puoi pubblicare solo contenuti promozionali, perché non servono per vendere (non solo almeno) ma per generare interazioni e creare una community intorno al brand.

Solitamente si usa la regola 80-20, ovvero 80% di contenuti non promozionali e 20% promozionali, ma io non credo che si possa seguire questa linea in maniera rigida per ogni settore, va sempre adeguata alle reali necessità.

La soluzione, come sempre, è una sola: sperimentare!

Devi essere sempre presente

Un commento senza risposta per due giorni è pubblicità negativa per il tuo cliente. Punto. Non c’è niente che tu possa dire o fare per convincermi del contrario. L’utente medio è distratto, quindi nel giro di pochi minuti si sarà dimenticato di aver lasciato quel commento, e il tuo compito è quello di rispondere nel minor tempo possibile – poche ore al massimo – per cercare di tenere vivo l’interesse.

Questo discorso vale ancora di più quando si tratta di richieste di informazioni o assistenza; non rispondere con i giusti tempi di reazioni può davvero crearti problemi. Anche perché quando c’è da criticare, siamo sempre tutti in prima linea, sono le lodi che arrivano con il contagocce.

Io sono convinto che per un’azienda sia importante cercare di avere una presenza quotidiana sui social, in particolare su Facebook e Twitter, questo vuol dire dover lavorare molto, perché un conto è generare e condividere contenuti tre volte a settimana un altro è farlo una volta al giorno.

Essendo napoletano, ho un certo grado di cazzimma, ecco perché ai ragazzi del mio corso gli ho fatto creare una pagina Facebook che già dal nome gli impone di pubblicare un contenuto al giorno. Così si rendono conto di cosa significa.

Devi buttare il sangue

Nessuno ti regala niente, i guadagni non sono così alti, i clienti sono nella maggior parte dei casi difficili da gestire, pagano le fatture in ritardo (quando le pagano), tendono a minimizzare il tuo lavoro quando porti risultati concreti e ad amplificare l’errore quando ne commetti uno, i tuoi fan e follower non sempre seguono il buon senso, né tanto meno le più elementari regole di buona educazione, non ci sono orari, perché se controllando gli insight hai valutato che l’orario migliore per pubblicare per il tuo cliente è alle nove di sera, non puoi rispondere agli eventuali commenti o messaggi derivanti da quel contenuto il giorno dopo alle nove del mattino, il tuo smartphone si illuminerà come un albero di Natale a qualsiasi ora, riceverai pochi contenuti originali e dovrai aguzzare l’ingegno e la creatività per reperirne di validi e efficaci, dovrai aggiornarti continuamente, secondo me dedicando almeno un ora al giorno alla lettura di blog di settore, perché le cose in questo settore cambiano così velocemente che non fai nemmeno in tempo ad apprenderle che già non funzionano più.

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Fa molto più effetto se lo leggi tutto d’un fiato!

Devi conoscere i tuoi limiti

Quest’ultimo punto non riguarda una competenza tecnica o professionale, ma umana, quindi prendilo per quello che è, ovvero un consiglio da un amico!

Un errore che compiono tutti, e in Italia in questo siamo campioni mondiali, è quello di cercare di accumulare tutte le conoscenze e competenze di questo mondo in modo da poter prendere clienti nuovi un po’ qui e un po’ lì.

Ecco, io te lo sconsiglio, perché i tuttologi di solito sono esperti solo in fuffa applicata, in chiacchiere al vento, in strategia copia/incolla, e di risultati a chi li paga ne portano davvero pochi. Meglio specializzarti in qualcosa di preciso, andandoti ad inserire in una nicchia di mercato che ha bisogno di te, e rivolgiti a chi ne sa più di te quando ne hai bisogno.

È quello che ho fatto io anche durante il corso, invitando Cora Francesca Sollo durante l’ultima lezione per guidare i ragazzi in una esercitazione pratica, che prevedeva l’analisi e l’impostazione di una strategia editoriale per due potenziali clienti.

Essendo Cora una Social Media Strategist, in questa fase era molto più adeguata e competente del sottoscritto, e non a caso il feedback è stato molto positivo.

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Come puoi vedere, diventare Social Media Manager non è proprio facile, e prima di definirsi tale è essenziale fare un po’ di gavetta, in silenzio, senza esporsi troppo, con umiltà, mettendosi nella condizione mentale di imparare da chi ha più esperienza.

Cosa ne pensi? Sei d’accordo con questo punto di vista? Raccontami la tua opinione nei commenti e diffondi il verbo.

Ci vediamo mercoledì, con un nuovo appuntamento con gli Essential Tools.

Francesco Ambrosino

Classe 1984, Digital Marketer specializzato in Gestione Blog Aziendali, Formazione Professionale, SEO Copywriting, Social Media Management e Web Writing. Membro di Open-Box e Comunicatica, co-creatore di Digitalklive

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