Per fare il blogger serve il blog?

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Per fare il blogger è davvero necessario avere un blog? Ecco due valide alternative.

Lo so cosa stai pensando: questo è impazzito! Non temere, non sono nel pieno delle mie facoltà mentali ma nemmeno pronto per il ricovero, quindi concedimi il beneficio del dubbio e segui il mio ragionamento.

Qualche mese fa, quando l’idea di socialmediacoso ha iniziato a frullarmi in testa, mi sono chiesto più volte, marzullianamente, quale approccio utilizzare e quale piattaforma preferire.

Io non sono un programmatore web e di codice ne capisco poco, quindi inizialmente volevo evitare di aprire un sito web sul quale postare i miei articoli, perché questo mi avrebbe condannato a un perenne stato di dipendenza dal mio punto di riferimento per questo genere di lavori.

Così, ho vagliato le varie opzioni e sono stato sul punto di escludere completamente WordPress e il blog personale, per virare su altri strumenti.

Quali? Dopo aver scartato tutte le alternative possibili – compresa quella di non fare il blogger e continuare a scrivere per il mio giornale online – mi sono ritrovato di fronte due opzioni veramente valide: Medium e Tumblr, le piattaforme di social blogging migliori attualmente disponibili, almeno secondo me.

Medium

Quando ho saputo che i creatori di Twitter avevano sviluppato una nuova piattaforma mi sono fiondato a iscrivermi e a studiarla, e sono rimasto molto colpito. Un nuovo modo di intendere i social network e il blogging in un’unica piattaforma, interamente basata sui contenuti di qualità. Per ora è solo in inglese e poco diffuso in Italia, in prevalenza tra gli operatori del settore, ma le potenzialità sono enormi e sono pronto a scommettere che nel giro di un paio d’anni rivoluzionerà l’idea che abbiamo del blog.

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La grafica è pulita, bella da vedere, lo sfondo bianco aiuta la lettura e non stanca gli occhi.

Come funziona? È molto semplice e intuitivo. In pratica offre la possibilità di scrivere dei post, più o meno lunghi, senza rinunciare a nessuna delle funzioni presenti nell’editor di WordPress. Quindi, formattazione del testo, inserimento di link, embed e elementi multimediali, senza dover mai toccare il codice Html.

Tutte le storie pubblicate possono essere condivise sui social network e inserite in gruppi tematici presenti su Medium, funzione, questa, molto pratica e utile, perché consente di raggiungere anche utenti che non fanno parte dei propri follower.

Da qualche mese è stata introdotta anche la possibilità di importare le storie, semplicemente inserendo il link dell’articolo che si vuole postare.

Quindi se inizi a usare Medium ma non vuoi ricopiare tutti i post pubblicati sul tuo blog, non devi fare altro che inserire il link e verificare che abbia importato tutto.

A me Medium piace un casino, e anche se l’ho un po’ abbandonato per mancanza di tempo intendo riprenderlo a breve, e non escludo in futuro di trasferire lì l’attività di blogging. Chissà…magari la prossima estate.

Tumblr

È di pochi giorni fa la notizia del boom di iscrizioni registrate dal sito di microblogging di proprietà di Yahoo!, capace di crescere più di tutti gli altri social, addirittura del 120%, battendo di poco Pinterest (111%). Numeri molto interessanti, in particolare se confrontati con le altre piattaforme, basti pensare che Facebook è cresciuto solo del 2% mentre Instagram, che nel 2014 si è affermato definitivamente, solo del 64%.

Personalmente trovo questi dati molto interessanti, anche se non mi stupiscono. I social network stanno cambiando, e tra due anni sarà tutto diverso da come lo intendiamo e viviamo ora.

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Tumblr è una piattaforma molto potente, perché riesce a proporsi con identica forza sia all’utente newbie, che non sa distinguere un tag html nemmeno se evidenziato e circondato da frecce luminescenti che lo indicano, sia ai web developer più abili e nerd, che non accettano di usare un template gratis pre-elaborato.

Fino ad ora si è diffuso moltissimo tra i fotografi, ma sta iniziando ad avere un suo ruolo anche nel blogging e nel content marketing, e credo che valga la pena seguirne le future evoluzioni.

Testo, Foto, Citazione, Link, Chat, Audio e Video, queste le funzioni presenti nella dashboard, tutte molto semplici da usare.

Tumblr è perfetto per pubblicare contenuti in maniera impulsiva, istintiva, per scrivere post brevi, magari da mobile, utilizzando l’App per smartphone, ma se inserito all’interno di una precisa strategia editoriale può sostituire in pieno il blog “tradizionale”.

[Tweet “Scrittura e interazione, queste le basi del blogging, e #Tumblr le rispetta in pieno. “]

Adesso ti starai chiedendo perché ho aperto un blog invece di puntare su una di queste piattaforme?

Beh, principalmente per i plugin e i banner ads, grazie ai quali fino ad ora ho incassato la bellezza di 3.58 euro.

Scherzo (non sui 3,58 euro, sic!)!

Ho scelto di aprire un blog tradizionale perché è una cosa che volevo fare da tanto tempo, da prima che scoprissi Medium e Tumblr, e che ho rimandato troppo a lungo, anche a causa di altri progetti che mi hanno assorbito completamente negli ultimi due anni.

Il prossimo progetto? Sarà su una di queste due piattaforme.

Francesco Ambrosino

Classe 1984, Digital Marketer specializzato in Gestione Blog Aziendali, Formazione Professionale, SEO Copywriting, Social Media Management e Web Writing. Membro di Open-Box e Comunicatica, co-creatore di Digitalklive

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